MARCO RISI

Figlio del celebre regista Dino (che ha interpretato in un cammeo sul set ricostruito della Moglie del prete in La prima cosa bella, 2010, di Paolo Virzì) e fratello di Claudio, abbandonò gli studi di filosofia e nel 1971 esordì nel cinema come assistente dello zio Nelo per poi collaborare alle sceneggiature per i film del padre Caro papà (1979) e Sono fotogenico (1980). Nel 1978 aveva intanto realizzato in proprio un documentario sul cinema americano dal titolo Appunti su Hollywood. Nel 1982 diresse il suo primo film, Vado a vivere da solo. Con Soldati – 365 all’alba (1987), opera fortemente critica verso le forzature della vita di caserma, Marco Risi si è allontanato dalla commedia giovanile per virare decisamente verso un cinema d’impegno.

L’attenzione ai temi sociali e all’attualità più scomoda torna anche in altre opere, come Mery per sempre (1989) e Ragazzi fuori (1990), Il muro di gomma (1991) e Il branco (1994), mentre Nel continente nero (1993) rappresenta il temporaneo ritorno a un genere più leggero. Nel 1998 girò il grottesco L’ultimo capodanno, tratto da un racconto del giovane scrittore pulp Niccolò Ammaniti: a causa di alcune traversie distributive, la pellicola circolò pochissimo nelle sale italiane. Tre anni dopo Risi è tornato dietro la macchina da presa per realizzare Tre mogli. Seguono il film biografico Maradona – La mano de Dios (2007), la fiction L’ultimo padrino (2008), su Bernardo Provenzano, Fortapàsc (2009), sul giovane giornalista Giancarlo Siani assassinato dalla camorra, Cha cha cha (2013), un noir ambientato a Roma, e Tre tocchi (2014).