CONSEGNA DEL QUARZO D’ORO ALLA CARRIERA A DANIELE NANNUZZI

Il riconoscimento va a celebrare un percorso unico che attraversa quasi sessant’anni di storia del cinema italiano e internazionale, vissuto sempre sul campo – il set come unica scuola – interpretando con personalità e stile riconoscibile le trasformazioni del linguaggio e delle tecniche della Settima Arte.

Per aver sempre creduto nella possibilità di una poetica della luce adattata con sensibilità e intelligenza alle ragioni del film, esaltando le caratteristiche della storia narrata, in simbiosi con i registi con i quali ha collaborato, da Franco Zeffirelli ad Alejandro Jodorowsky da Carlo Lizzani a Sergej Fëdorovicˇ Bondarcˇuk.

Per l’eclettismo e la curiosità che lo hanno portato a cimentarsi dal cinema al teatro e all’opera con lo stesso entusiasmo e la stessa irrefrenabile inventiva. Per l’impegno costante, anche come presidente dalla A.I.C., nel rivendicare per un’intera categoria di artisti il riconoscimento del carattere  autoriale del lavoro svolto sulla fotografia nel cinema, il premio alla carriera va a Daniele Nannuzzi.

Comincia a lavorare come assistente del padre Armando Nannuzzi nel film Incompreso (1966) di Luigi Comencini. Lavora poi al fianco di autori della fotografia come Pasqualino De Santis, David Watkin, Alex Thomson, Giuseppe Rotunno, Ennio Guarnieri, Leonida Barboni e con registi come Luchino Visconti, Ettore Scola, Dino Risi e Liliana Cavani.

A metà degli anni Settanta debutta come autore della fotografia. Per Franco Zeffirelli firma la cinematografia de Il giovane Toscanini (1988), Cavalleria rusticana (1982), Pagliacci (1982), 12 registi per 12 città – episodio Firenze (1989) e di Omaggio a Roma (2009).

Zeffirelli gli affida anche la regia e la cinematografia della seconda unità dei film Gesù di Nazareth (1977) e Un tè con Mussolini (1999). Collabora per la cinematografia del film El Alamein – La linea del fuoco” (2002, premiata con un David di Donatello e un Globo d’oro alla miglior fotografia), per la serie televisiva Il Capo dei Capi (2007) e per il film Il tunnel della libertà (2004).

Nel 2004 viene scritturato dalla Touchstone Pictures per la miniserie Empire di John Gray, Kim Manners e Greg Yaitanes. Nel 2015, in Canada, è la volta del film Manhattan Undying, di Babak Payami. Dopo anni di cinema a grandi livelli realizza il suo sogno di illuminare uno spettacolo teatrale, inizia così un nuovo percorso che lo porterà a lavorare come light designer nei più grandi e importanti teatri italiani ed europei. Importantissima la sua collaborazione con Boris Eifman il grande coreografo russo che lo vuole per illuminare e filmare tre dei suoi più importanti balletti al teatro Marijnsky di San Pietroburgo: Onegin, Anna Karenina e Rodin.

Parallelamente alle sue attività di Direttore della Fotografia e di Light Designer, è anche docente alla Fondazione Zeffirelli con il Workshop di illuminazione Teatrale. È presidente, dal 2012, dell’Associazione Italiana Autori della Fotografia Cinematografica (A.I.C.)