Libri in Luce
Martedì 4
ore 18.00 > Cinema Miotto > Spilimbergo
CHAMPAGNE E CAMBIALI
Nuove storie e leggende dei produttori italiani
da Cinecittà a Hollywood (CSC e Minimum fax)
di Domenico Monetti e Luca Pallanch
Maurizio Tedesco conversa con Luca Pallanch
Dopo Per i soldi e per la gloria, prosegue il racconto del cinema italiano attraverso le voci dei più importanti produttori. Se il primo volume si è concentrato soprattutto sulle grandi dinastie e sulle avventure legate a una stagione irripetibile, tra cinema d’autore, commedia e prodotti pensati per il mercato internazionale, in Champagne e cambiali Monetti e Pallanch orientano la loro ricerca sulle figure che hanno vissuto in prima persona il passaggio dal cinema in sala all’home video e alla distribuzione televisiva. Tra storie avvincenti e aneddoti spesso esilaranti, scorre davanti ai nostri occhi il ritratto collettivo di uno straordinario gruppo di sognatori e avventurieri che hanno tentato, con esiti alterni, ma con lo stesso ammirevole coraggio, di trasformare la crisi di un’industria e di un modello di produzione culturale in una nuova opportunità. Fino a scalare Hollywood, dialogare con i grandi studios americani e concretizzare il sogno di un cinema europeo, in grado di parlare a diversi tipi di pubblico, e a paesi e culture differenti.
Luca Pallanch, lavora al Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e per anni si è occupato della programmazione del Cinema Trevi, a Roma. Insieme a Domenico Monetti, ha curato retrospettive alla Mostra del Cinema di Venezia (La situazione comica. 1910-1988; Orizzonti. 1960-1978), alla Festa del Cinema di Roma (Le notti pazze de La dolce vita; Cinema espanso. 1962-1984; Danze macabre. Il cinema gotico italiano) e al Torino Film Festival (Omaggio a Giulio Questi; Omaggio ad Augusto Tretti; Omaggio ai fratelli Garriba) e hanno curato diversi libri di cinema (Luigi Comencini. Architetto dei sentimenti; Tagli. Il cinema di Dario Argento; Non solo Gomorra. Tutto il cinema di Matteo Garrone; Divi & antidivi. Il cinema di Paolo Sorrentino; Un “idolo” in controluce. Enzo Battaglia; Se non ricordo male. Frammenti autobiografici di Giulio Questi; Il caso Tretti; Fabio e Mario Garriba, i gemelli terribili del cinema italiano).
Venerdì 7
ore 18.00 > Biblioteca Civica Nico Naldini > Casarsa della Delizia
Io li conoscevo bene (La Nave di Teseo)
di Maurizio Porro
Introduce Massimo Milan, Gian Paolo Polesini conversa con l’autore
In collaborazione con Biblioteca Civica Nico Naldini
Un libro divertente che, pagina dopo pagina, ripercorre attraverso memorie ed emozioni la storia del mondo del cinema e del teatro dell’ultimo mezzo secolo in Italia, dei personaggi, delle tendenze, curiosità e capricci di un’arte che vive sempre due volte, in chi recita e in chi ascolta.
Come quando si legge una poesia o anche si vede un film riuscito e ti accorgi che c’è in sala uno strano silenzio, una sospensione del reale: ed è allora che siamo tutti come i personaggi in scena o sullo schermo, per un momento legati da uno stesso destino che poi elegge la nostra memoria a stabile dimora e nascondiglio, quindi occuperà i nostri ricordi, rimanendo a cuccia in qualche angolo del cuore o del cervello.
Maurizio Porro
Maurizio Porro, milanese, è laureato in Lettere e Filosofia e ha lavorato con diverse funzioni al Piccolo Teatro dal ’64 al ’70, alla rivista “Ferrania”, dal ’69 al ’70, iniziando poi a collaborare con il “Corriere della Sera”, dove entra nel 1974 dopo due anni al “Giorno”.
Professore di Storia della Critica dello Spettacolo all’Università Statale di Milano dal 2002, ha pubblicato tra gli altri un Quaderno del Piccolo Teatro (1967), Joseph Losey (1977), Il cinema vuol dire (1979), Alberto Sordi (1980), La cineteca di Babele (1981), Alida Valli (1996), Dizionario dello spettacolo del ’900 (1998), Fine del primo tempo (1999), Mélo (2008), Attori, teatro e un po’ di vita.
Scritti per il “Corriere della sera” 1974-2017 (2018) ed è autore, con Sandro Avanzo e Paolo Vitali, del volume Teatro Manzoni Milano. 150 anni di emozioni (2022). È stato curatore dei fascicoli della collana dei DVD Garinei e Giovannini e ha collaborato con la Fabbri per la collana I grandi sceneggiati. Ha curato, inoltre, il volume di “Bianco e Nero” dedicato a Mariangela Melato.
Venerdì 7
ore18.30 > Biblioteca Guarneriana > San Daniele del Friuli
INTERNO GIORNO.
COME IL CINEMA ENTRÒ NELLE NOSTRE VITE (Edizioni Artdigiland)
di Daniele Nannuzzi
Alessandro Venier conversa con l’autore. Interviene Caterina d’Amico
In collaborazione con Leggermente, Biblioteca Guarneriana, Libreria W. Meister
Dopo cinquantacinque anni di immersione in questo lavoro che amo più di me stesso, ho deciso di scrivere un racconto sulla mia vita personale e professionale. Perché Interno giorno? Perché non volevo che fosse solo un catalogo delle mie esperienze cinematografiche ma che partisse dall’intimo della mia famiglia. Il racconto inizia nel 1939, anno in cui Armando Nannuzzi, mio padre, per caso, si ritrovò a Cinecittà come aiuto assistente operatore sul set de La corona di ferro di Alessandro Blasetti, e narra di come il cinema, come in una favola, entrò nelle nostre vite.
Daniele Nannuzzi
[Un] libro di ricordi, ricco di immagini splendide e preziose, dal quale apprendiamo che – come a tutti – anche a Daniele Nannuzzi la vita ha riservato gioie, dolori, opportunità, ostacoli, che sembra aver affrontato sempre con equilibrio. In lui c’è una leggerezza che non è superficialità, una passionalità che non provoca drammi, una dedizione non ossessiva che produce energia. Attraverso le sue esperienze conosciamo un uomo generoso, innamorato del proprio lavoro, aperto al dialogo e alla collaborazione.
Caterina d’Amico
Daniele Nannuzzi, Quarzo d’oro alla carriera 2023, figlio del noto autore della fotografia Armando Nannuzzi, si forma accanto a lui lavorando con i più grandi registi dell’epoca: Mauro Bolognini, Luigi Comencini, Federico Fellini, Antonio Pietrangeli, Luchino Visconti e tanti altri. In pochi anni si afferma come autore della fotografia firmando film di Carlo Lizzani, Franco Zeffirelli, Alejandro Jodorowsky, Sergej Bondarcˇuk, Tinto Brass, Enzo Monteleone. Con il film di quest’ultimo El Alamein, la linea del fuoco si aggiudica il David di Donatello, il Golden Globe e una nomination ai Nastri d’argento. Dopo tanti anni di cinema riaffiora un vecchio sogno: illuminare un palcoscenico. Cura così la luce di una lunga serie di spettacoli teatrali.